Giorno 6: Geraardsbergen – Lovanio

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Continuiamo a scendere in direzione est, imbocchiamo il successivo itinerario a tema e ci troviamo quindi sull’Itinerario della cintura verde. Dall’Alsemberg vediamo distendersi Bruxelles. Un altro mondo, che possiamo quasi toccare. Se dopo una mezz’oretta svoltassimo, potremmo pedalare sotto l’Atomium o muoverci nella folla sulla Grote Markt. Ma ci atteniamo al percorso. Attraversiamo la Foresta di Soignes e Overijse, finché non raggiungiamo la destinazione del giorno, Lovanio. Dove approfittiamo per immergerci nell’allegria della serata estiva in città.

Guardando il percorso di oggi sulla cartina, si capisce subito che il pezzo forte della giornata lo incontreremo all’inizio del percorso. Se c’è una salita famosa nelle Fiandre, è proprio il Muro di Geraardsbergen. E invece di conservarci il meglio per il finale, affrontiamo subito il muro, quando la luce del mattino è ancora soffusa e invade delicatamente le strade di Geraardsbergen. Portiamo con noi due torte tipiche del posto, le mattentaartje, per quando arriveremo in cima. Salutiamo l’altro Manneken Pis e prima di potercene rendere conto siamo davanti alla cappella di Oudenberg. Dà un senso di soddisfazione, soprattutto dopo aver superato l’ultimo tornante stretto davanti al bar ‘t Hemelrijck. Proprio come la cerimonia del Last Post, anche la salita del Muro in bicicletta ha un che di speciale, che sia la prima volta, come per Lowie, o l’ennesima. Ma non ci aspetta solo il Muro, oggi. Anche il Bosberg che segue non è male, con il suo pavé che luccica al sole.

E persino dopo che, quasi senza accorgercene, ci siamo lasciati alle spalle le Ardenne fiamminghe, la terra delle Fiandre continua a mostrare il meglio di sé. Siamo entrati nel Pajottenland, regione della frutta e delle birre geuze. Questa tipo di birra lo trovi solo in questa zona, ci spiega il barman Roel van Drongelen del Fiets- en Wandelcafé Paddenbroek a Gooik, mentre ci godiamo la nostra pausa pranzo al sole. L’olandese, trasferitosi nel Pajotteland per amore, mesce e racconta: “Normalmente, la birra viene fermentata, ma la birra geuze no, viene assemblata. La lievitazione è spontanea e i lieviti che la attivano sono nell’aria. È questo che rende la birra unica, un vero prodotto locale. E grazie alla sua fresca acidità, è lo champagne fra le birre, ideale anche come aperitivo”.

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